SEZZE, Zi’ Mbertino e l’importanza di essere un’istituzione: il ricordo della famiglia
“Salutava sempre” è diventato ormai il luogo comune per eccellenza quando si tratta di ricordare una persona che non c’è più. Anche Zi’ Mbertino, al secolo Alberto Montini, salutava sempre. Ma aveva un modo tutto suo di farlo, mentre ti sorrideva con genuina felicità, riusciva a farti sentire come se per lui fossi la persona più importante del mondo, e lo eri davvero, in quel momento.
Forse è proprio per questo che quando nei giorni scorsi è venuto a mancare, un’intera comunità si è stretta nel dolore attorno alla famiglia Montini. “Non ci aspettavamo di ricevere tutto l’affetto e la vicinanza che le persone ci hanno mostrato in questi giorni – spiega Mauro, suo figlio – non ci aspettavamo neppure che papà fosse amato da tutte queste persone, quello che abbiamo vissuto dopo la sua scomparsa è stato doloroso, ma ricevere così tanta partecipazione ci ha commosso”.
Non stupisce che il 79enne fosse così benvoluto, negli anni, con la sua storica macelleria, era diventato un’autentica istituzione del quartiere Colli e della comunità setina in generale. “Mio padre ha iniziato a lavorare che era solo un bambino – ha detto ancora Mauro – ha sempre amato ciò che faceva perché gli permetteva di avere un contatto diretto con le persone, non solo attraverso il lavoro, ma anche organizzando iniziative e festeggiamenti per questa comunità che amava dal profondo del suo cuore”.
La più curiosa di queste iniziative fu senza dubbio il battesimo degli asinelli, un momento unico nel suo genere che Mauro ricorda ancora con grande nostalgia “Solo mio padre avrebbe potuto concepire l’idea di far battezzare dei cuccioli d’asino, eppure era così determinato che quando si metteva in testa di fare qualcosa alla fine doveva portarla a compimento. Riuscì a convincere il parroco locale e con la famiglia si fece carico di organizzare la cerimonia. Appena nati gli asinelli appendemmo al cancello del negozio due grandi fiocchi, tanto che in molti pensarono fossi diventato papà – ricorda Mauro sorridendo – invece i fiocchi erano per i cuccioli che di lì a pochi giorni sarebbero stati ufficialmente battezzati.” Alla cerimonia, oltre al parroco della chiesa San Sebastiano e Rocco, presero parte anche il comico Martufello, l’allora sindaco di Sezze, Andrea Campoli e tantissime persone, tra amici e curiosi. Un’ulteriore dimostrazione di quanto Zi’ Mbertino fosse un elemento centrale per questa grande comunità.
Era letteralmente gremita la chiesa dei Colli, infatti, quando in centinaia in occasione del suo funerale hanno voluto portargli l’ultimo saluto
“A nome di tutta la mia famiglia – ha concluso Mauro Montini – desidero ringraziare dal profondo del mio cuore chi ci ha voluto manifestare la sua vicinanza in un momento così delicato. Grazie a chi ne ha scritto sui giornali, a chi è venuto a portarci il suo conforto, a chi ha preso parte ai funerali, a chi ci ha fatto le condoglianze ma anche a chi semplicemente voleva bene a mio padre. Ci avete scaldato il cuore e sono certo che tutto questo amore sia arrivato anche a lui, ovunque sia adesso”.
Qualcuno ha detto che l’unico modo per vincere la morte è restare in vita nei ricordi di chi ci ha amato, se è così allora Zi’ Mbertino ce l’ha senz’altro fatta. Con i suoi modi gentili, la sua sagace ironia e il sorriso che non negava mai a nessuno, ha lasciato un segno indelebile in chiunque abbia avuto l’opportunità di incontrarlo. “Salutava sempre”, si è detto di lui all’inizio di questo articolo, ora però salutarlo spetta a noi e vogliamo farlo attraverso questi scatti inediti che ci raccontano la storia di un uomo, un marito, un padre e un nonno che è riuscito a diventare lo “zio” di tutti.
Francesca Leonoro