Sezze, bilancio fallimentare per le casette di distribuzione
E’ decisamente fallimentare il bilancio del progetto delle “casette di distribuzione” installate in diverse zone del territorio setino. E’ quanto è emerso da un confronto serrato tra minoranze e maggioranza aperto da un’interrogazione dell’esponente de Il Biancoleone Giovanni Moraldo, alla quale ha risposto l’assessore Antonio Di Prospero. Nelle due richieste Moraldo ha posto l’accento sui tre progetti sostenuti nel corso degli anni dal Comune di Sezze, quello delle “casette dell’acqua”, quello delle strutture di distribuzione dei sacchetti per i rifiuti organici e quello sul macchinario che conteneva le bottiglie di plastica, questi ultimi due gestiti dalla Servizi Pubblici Locali. Le dichiarazioni dell’assessore, però, non hanno lasciato alcun dubbio circa la resa dei tre progetti. Per le casette dell’acqua una situazione paradossale, con la convenzione stipulata nel 2016 con una ditta che avrebbe dovuto installare tre postazioni, una nel centro storico, una in località Zoccolanti e una a Sezze scalo. Le casette, però, non sono mai entrate in funzione a causa, come confermato dal vicesindaco, di problemi di flusso idrico, non sufficiente a riempire le bottiglie. Nell’attesa che a ridosso dello postazioni venissero applicate delle autoclavi per aumentare la pressione idrica, il servizio non è mai partito. Polemiche sono state espresse anche dopo le motivazioni addotte sui due ulteriori progetti: “Per quanto riguarda il distributore di buste per l’umido – ha candidamente ammesso l’assessore Di Prospero – la Spl ha deciso di sospendere il servizio perché i ricavi non combaciavano con le spese sostenute”. Ancora più incredibili le cause che hanno portato, invece, allo stop per il progetto delle strutture “mangia bottiglie di plastica”. Il servizio ha funzionato per alcuni mesi ed aveva lo scopo, assolutamente meritorio, di ridurre la quantità di plastica presente nelle buste dei cittadini di Sezze, tra le cause maggiori di inquinamento. Un processo semplice, con i cittadini che inserivano le loro bottiglie all’interno dell’apparecchiatura e ricevevano in cambio uno scontrino (4 centesimi di euro a bottiglia) che poi avrebbero dovuto portare alla Servizi Pubblici Locali per incassare quanto dovuto o per vedersi defalcare quelle somme dalle bollette. Niente di più facile, ma ad un certo punto la questione è andata oltre le aspettative, con centinaia (forse migliaia) di cittadini che continuavano a portare bottiglie e con la società che si è trovata in difficoltà nell’erogazione delle cifre dovute. Da qui la decisione di sospendere il servizio.